Un futuro migliore possibile” è quello immaginato dall’esposizione di 6000 metri quadrati che si snoderà intorno al Castello Sforzesco durante la Design Week, in cui si svolge il Salone del Mobile 2019.
Tra serre, tende glamping e installazioni, ‘Ddn phutura’ prova a raccontare come potrebbe essere la relazione tra l’essere umano e l’ambiente, utilizzando al meglio la tecnologia.
A fare da ingresso alla rassegna, dal 9 al 14 aprile e organizzata dalla casa editrice Design Diffusion World, due serre animate da giochi di luci, che lasciano subito il posto a Metamorphosis’s Experience: un’installazione multisensoriale dedicata al modello virtuoso dell’economia circolare, per scoprire il ciclo produttivo dal legno di scarto post-consumo al prodotto finito.
Il vivere eco è raccontato dalle tende da Glamping, che coniugano il camping e il glamour, la natura e il lusso ecosostenibile, come A-Luxury Lodge, progettata da Roberto Perego, una tenda su due piani, con cucina, living, una camera ed un bagno privato al pian terreno, e un’ulteriore camera al piano superiore.
L’area living, in particolare, garantisce uno spazio aperto verso lo spazio circostante grazie a una doppia tenda frontale, completamente apribile. Una soluzione ispirata alle case vacanza americane A-Frame, molto diffuse tra gli anni ’50 e gli anni ’70, che in questa veste coniuga ricercate scelte di design con materiali sostenibili. Sempre al confine tra ambiente e comodità ‘Queenslander‘, firmata da Luca Colombo: una luxury mobile home che ricorda gli interni degli yacht o dei club nautici.
La sostenibilità è stato il focus nella scelta dei materiali: elemento distintivo è il tetto, sul quale si estende un prato verde che garantisce un equilibrio termico interno e assicura un ridotto utilizzo di riscaldamento e condizionamento. Per spostarsi, le cargo bike a pedalata assistita, che i visitatori potranno provare, così come gli 80 monopattini che si possono anche noleggiare. E per riposarsi tra un’installazione e un’altra, le panchine AMORE, ideate e disegnate da Giò Colonna Romano.